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Prime Esperienze

Maria castigata


di ringo00
26.04.2023    |    6.622    |    2 8.5
"“Non fare più… mmm… la troia come stasera, hai capito? Ahh… altrimenti avrai di che… ohh… pentirtene, hai capito, Mary?” Maria era ufficialmente spaventata..."
~ATTENZIONE ~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA

Quella sera Maria era particolarmente emozionata: Ringo le aveva proposto una serata in una pizzeria in centro. C'erano tutti i pronostici per una bella uscita, e scherzosamente, Maria aveva scritto in un messaggio: IL DOLCE CE LO METTO IO, POI…
Si preparò minuziosamente per uscire: dopo una lunga doccia indossò il suo intimo preferito, quello speciale della sua prima volta con Ringo, suo portafortuna; rimase un po' indecisa sul vestito, ma la scelta ricadde infine su un bel pezzo intero, nero e svolazzante, con una vistosa scollatura. Lo farò impazzire, ridacchió tra sé. Ad opera compiuta si osservò allo specchio, soddisfatta: nonostante i chiletti di troppo si sentiva bellissima, le forme gentilmente avvolte dal tessuto nero erano esaltate, pronte ad esplodere di fascino. Quando fu pronta, prese la borsetta e uscí; suo marito, perso nel suo mondo calcistico non ci fece nemmeno caso, concentrato sullo schermo della TV. Scesa in strada, vide subito Ringo: elegante nel suo camicia bianca e pantaloni scuri, le porgeva un mazzo di rose, sorridendo. “Buonasera, bellezza” disse baciandola, “pronta per andare?”
Maria lo prese a braccetto, sorridendo sua volta: nessuno come lui sapeva farla sentire desiderata. Il tragitto per la pizzeria fu breve, e preso il tavolo i due sedettero, conversando amabilmente dietro a un bicchiere. Tagliando la pizza fumante, Maria fu felicemente sorpresa che lo sguardo di Ringo ogni tanto abbandonava i suoi occhi per insinuarsi nella scollatura; che tenero, pensò. Con nonchalance, si chinò leggermente in avanti, offrendo una bella vista al suo interlocutore, al quale quasi andò il boccone per traverso. La serata procedeva bene, se tutto sarebbe andato secondo i piani, di lì a poco sarebbero finiti a rotolarsi in un letto, ma a Maria, aiutata dalla birra che stava sorseggiando, punse vaghezza di stuzzicare un po’ il suo cavaliere. Il vestito aveva una serie di bottoni sul davanti, e con aria innocente ne sbottonó uno: l’attenzione di Ringo si focalizzó, rapito dal movimento delle dita di Maria, che ne fecero saltare un secondo: quasi si intravedevano i motivi nel pizzo del reggiseno. Ringo stava lottando per rimanere composto, e soprattutto contro l’erezione che stava alzando la testa. Maria osservò soddisfatta la sua reazione: provocare era una sensazione piacevole. Decise di osare: un terzo bottone si apri, il suo seno stava quasi per scappare fuori. Proprio in quella passò un cameriere, che guardó per un istante, come incantato; Maria sentí distintamente il suo sguardo addosso, due occhi eccitati. Notò anche qualcosa negli occhi di Ringo, un guizzo, forse di gelosia? Vediamo come reagisce, pensò Maria. Voltò leggermente il busto verso il cameriere, mostrandosi, ed ebbe conferma della gelosia di Ringo: che dolce, pensò, si ingelosisce se gli altri mi guardano! Maria lo trovava eccitante da morire, e voleva condividere la sensazione con il suo cavaliere: sotto al tavolo sfilò una scarpa, e accavallate le cosce paffutelle posò il piede sull’inguine di Ringo. Lui fece una faccia sorpresa, quasi buffa, mentre Maria giocherellava col piede su e giù sul pacco duro. Anche l’altro doveva essere più o meno nella medesima situazione, a giudicare dalle occhiate sempre più mirate verso Maria, che si stava divertendo un sacco a stuzzicare due maschi contemporaneamente. Il piede di Maria descrisse un’ultima, lentissima carezza sul cazzo di Ringo per poi tornare dentro la scarpa; lei si richiuse i bottoni, meglio non esagerare, erano in pubblico, dopo tutto. Lo spettacolo era finito, chiuso il sipario: il cameriere, seppur a malincuore, tornò al suo lavoro, dopo un leggero inchino rivolto verso Maria e una strizzata d’occhio a Ringo, quasi a dire “Sei fortunato ad avere una donna così, amico!”
La cena proseguì tranquilla, ma tra i due c’era un’atmosfera eccitata, quasi elettrica, le provocazioni di Maria avevano fatto centro. Poco dopo Ringo chiese il conto, pagando frettolosamente e lasciandolo la mancia, e Maria si domandò se fosse perché aveva il prurito: decisamente, visto il bozzo nei pantaloni di lui. All’uscita la cinse per un fianco, la mano scivolava quasi automaticamente sulla coscia, a volte sul morbido lato b, e Maria cominciò a sentire caldo alla figa. In macchina la voglia crebbe imperiosa, entrambi non ce la facevano più: la mano di Maria scivolò sulla patta di Ringo, che sussultó: “M… Maryyy…” gemette.
“Guarda la strada, amore” disse lei, mentre sbottonava la patta ed estraeva il cazzo già marmoreo; si mise semi sdraiata sul sedile e cominciò una pompa lentissima, con lui che faticava a guidare prudentemente. Maria impugnó saldamente la base del cazzo, dedicando le sue attenzioni alla cappella rosso scuro, leccandola come un gelato e insistendo con la lingua sul foro dell’uretra. Ringo era quasi cotto, e lei lo capí: gli lasciò andare il cazzo e sedette al suo posto, aprendo tutti bottoni sul davanti e tirando fuori le sue zinne enormi: la nona misura fu raggiunta in tempo zero dalla mano di Ringo, che esploró la pelle vellutata di quel seno, giocando con capezzolo mentre Maria si dedicava all’altro, infilando al contempo la mano nelle mutandine. Lo sa il cielo come avessero fatto ad arrivare a casa di lui senza fare incidenti: scesero dalla macchina, Maria tanto eccitata da non rivestirsi, facendo il percorso coprendosi maliziosamente i seni con le mani. Dentro l’ascensore si lanciarono in un bacio bollente, le lingue vorticosamente intrecciate, il cazzo di Ringo premeva prepotente sul ventre di Maria, che gemeva eccitata. Fu una lotta aprire la porta di casa: Maria stava furiosamente segando Ringo, che cercava disperatamente di infilare la chiave nella toppa; dopo vari tentativi furono detro, e fu lì che persero il controllo entrambi. Lui balzò letteralmente fuori dai pantaloni, lanciando le mutande in un angolo, e presa Maria per le spalle la portò quasi di peso in camera da letto, adagiandola sul materasso. Slacció il vestito, il reggiseno finí a terra, le labbra voraci attaccarono quelle tettone, succhiando avidamente i grossi capezzoli scuri e dritti come chiodi. Maria gemeva, estatica; cacciò un versetto acuto quando le mani di lui armeggiarono con le mutandine, sotto il vestito: quasi le strappò via, arrotolando il vestito fino alla vita. La figa di Maria apparve in tutto il suo splendore, fradicia di umori che imperlavano il fitto triangolo scuro. Allargò le labbra, senza dire nulla: Ringo vi tuffó la lingua, turbinandola come una girandola impazzita. “SSSSIIII, AMOREEEE… “ gemette, strizzandosi i seni gonfi di voglia. Ringo si stava segando velocemente, la figa era quasi pronta; Maria spalancò oscenamente le gambe, invitandolo: “Il dolce è servito, amore...”
Non si fece pregare: un affondo deciso e fu tutto dentro, fino alle palle: Maria chiuse gli occhi, godendosi ogni secondo; la stava prendendo con decisione, l’averlo provocato aveva messo il turbo al cazzo di Ringo, i suoi testicoli gonfi promettevano tanta sborra bollente e deliziosa. All’improvviso però Ringo cambiò posizione: si sfilò e mise Maria a pecora, il maestoso fondoschiena all’aria. Lei si lasciò sfuggire un gridolino quando le mani di Ringo le divaricarono le chiappe, scoprendo il buchino nascosto, roseo e lievemente grinzoso; fece colare tanta saliva sul forellino, infilando due dita e muovendole ritmicamente. Maria si mise comoda, quasi rilassata da quel trattamento, ma quando la cappella di Ringo puntò decisa all’imbocco del suo culo lanciò un nuovo grido: “AAAAHHHHNN~” Era da tantissimo tempo che non lo prendeva nel culo, non si sarebbe aspettata una cosa simile dal mite e romantico Ringo. Fu un inserimento volutamente lento da parte sua, forse voleva punire Maria per la sua sfrontatezza. Quando fu dentro completamente, Maria si guardó timidamente alle spalle, verso di lui, che, chinatosi in avanti, le sussurrò SEI MIA, ADESSO… Maria sentí come un filo di paura, ma non ebbe tempo di pensarci perché Ringo cominciò ad incularla senza pietà, con forza, tenendole le braccia tese all’indietro per i polsi. “Non fare più… mmm… la troia come stasera, hai capito? Ahh… altrimenti avrai di che… ohh… pentirtene, hai capito, Mary?” Maria era ufficialmente spaventata ora: cercò di sottrarsi a quella frenetica monta, ma ogni tentativo era punito con sonori schiaffoni sulle chiappe, che divennero in breve di un rosso acceso. Facevano male, quelle sculacciate, ma capire a Maria una cosa importante: Ringo era un vero uomo, deciso e vendicativo, all’occorrenza. Si sentiva in sua balìa, completamente: le sue grandi tettone sballonzolavano su e giù sotto le spinte implacabili di Ringo, il buco del culo teso al massimo, ma la cosa sorprendente fu lo scoprirsi bagnata fradicia. Si, la sua figa grondava sul copriletto, al dolore stava sopraggiungendo la goduria, stava veramente godendo di quella passione brusca, quasi animalesca. Vedendo Maria meno tesa, Ringo aumentò le spinte, afferrandole le tette e strizzandole forte: “AAAHH, SIIII, RINGO, SPACCAMI IL CULOOOO!!!”
Fu accontentata: Ringo spinse il cazzo fino in fondo e sparò una sborrata tremenda; Maria ebbe un orgasmo atomico, devastante, urlato dal fondo dell’anima: “RINGOOOOO~”
Dopo un paio di colpi a vuot, Ringo finalmente le uscì dal culo, ancora semi duro. Si sedette sul letto, ansimando forte: “Non fare più la scema con altri, amore, o avrai un’altra punizione…”
Lei, totalmente sottosopra, annuì: “Solo tu”, sussurrò, “per me ci sei solo tu, amore…”
Ringo sospirò e sorrise: era tornato quello di sempre, affabile e buono. Invitò Maria ad avvicinarsi, e lei si accucció sulle sue gambe, ripulendo il suo cazzo dai residui di sborra. Nel mentre, lui le passò le dita sul taglio della figa, raccogliendo gli umori cremosi che si portò alle labbra. Poco dopo si coricarono, lui strinse Maria fra le braccia, baciandola teneramente, come sempre. Lei rispose ai suoi baci, innamorata ma qualcosa era cambiato tra loro: il buchino ancora infuocato le ricordò cosa volesse dire appartenere ad un vero maschio. L’indomattina Maria tornò alla sua fin troppo quita vita domestica, ma solo dopo un bacio appassionato del suo uomo, assieme alla promessa di una nuova, bollente serata il più presto possibile.

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